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I viaggi sentimentali - la storia
Se la Fondazione Ippolito Nievo ha cominciato a realizzare l'idea
dei Parchi Letterari nel 1992, il primo "viaggio sentimentale" all'
interno della città di Roma risale a pochi anni dopo.
Nell'estate del 1997 fu organizzato dalla
Cooperativa La Bilancia il primo progetto organico di spettacoli
all'interno di siti archeologici e luoghi di particolare pregnanza
storico-letteraria sotto il nome di I Viaggi Sentimentali -
Un Antico Teatro a Roma, inserito a sua volta nel
programma "Estate Romana" della capitale.
Fin dall'inizio l'originalità e la qualità della proposta culturale
furono evidenti: per la scelta dei tre luoghi deputati, i Mercati
Traianei, Monte Testaccio e il Foro di Augusto, e per la strutturazione
degli spettacoli stessi, i cui testi erano tutti frutto di un'accurata e
approfondita ricerca storico-letteraria tra opere strettamente connesse
ai luoghi stessi.
L'ombra di Traiano, incentrato sulla figura dell'imperatore
Traiano, presentava la sua ascesa all'impero, il valore militare
e il come concepì il suo Foro. La sua pietas era rappresentata
sulla base dell'episodio di una grazia che Traiano concesse ad
una vedova, riportata nei versi di Dante (Purgatorio) e nelle
pagine di Gregorovius (Storia della città di Roma nel Medioevo).
Sotto la Colonna che ne descrive le gesta, passeggiando lungo
le Biblioteche greca e latina, la Basilica Ulpia, e visitando
le botteghe dei Mercati con i popolani dell'epoca, si veniva a
conoscenza di quelle che erano le usanze e la vita che si svolgeva
all'interno del Foro, riprendendo The marble faun di N. Hawthorne,
Childe Harold's pilgrimage di Byron, e La Colonna Trojana di G.G. Belli.
Una passeggiata al monte, incentrato sull'ormai mitico testo
di Goethe, Viaggio in Italia, oltre che su Zibaldone Quaresimale
di Rucellai e La ballerina de Tordinone di G.G. Belli, era il
pellegrinaggio sull'antico Monte de' Cocci, presso quello che
una volta era il Porto di Roma. Perlustrando tra la vegetazione
del Monte Testaccio, seguendo il sentiero che porta alla cima,
si scopriva che, misti al terriccio realmente si rinvengono
frammenti di anfore romane fra i cespugli; e mentre lo sguardo
ancora indugiava su di essi, accompagnati dai malinconici versi
di Goethe che da lassù guardava al sottostante cimitero cattolico
dove era sepolto il figlio, fra il racconto di come si formò il
monte e i giochi e le usanze romane legate a questo luogo, la
vista si apriva d'improvviso su un'inaspettata e insolita
panoramica su una parte di Roma che solitamente rimane nascosta
allo sguardo.
In Una Notte Romana si evocava l'antica tradizione dei Feralia,
la "mitica" notte in cui si credeva che gli avi uscissero dalle
tombe e volessero incontrare i viventi. Così Cicerone, Giugurta,
Nerone ed Agrippina, Bruto, la vestale Floronia e Romolo tornavano
in vita per una notte, riemergendo dalle pagine di A. Verri intrise
dello spiritualismo d'oltretomba della sua epoca, il XIX secolo,
per dialogare con la posterità sulle loro sorti e quelle di Roma
nel corso dei secoli e nella memoria storica, in un palcoscenico
d'eccezione come il Foro di Augusto (nella edizione successiva anche
il Foro di Nerva, poi finalmente al Foro Romano/Via Sacra).
Ci rivolgemmo ai turisti, fornendo loro un modo insolito per
conoscere alcuni luoghi di Roma "la città eterna", ma anche,
con un risultato insospettabile, agli stessi romani dando
loro occasione di soffermarsi su ciò che spesso si osserva
solo frettolosamente dalle balaustre di Via dei Fori Imperiali
o di visitare uno dei più romantici e dimenticati colli di Roma.
I romani accolsero la manifestazione con un entusiasmo e una
partecipazione così significativi da costringerci, piacevolmente,
a replicare oltre il numero previsto, le recite programmate.
Proprio grazie all'entusiasmo riscontrato e all'esito positivo della
manifestazione, è stato possibile replicarla anche l'anno dopo, 1998,
cominciandola addirittura in anticipo (rispetto ai tempi dell'Estate Romana),
cioè da fine marzo portandola fino al 20 settembre, con 65 repliche in 5 luoghi. Fu possibile
infatti l'aggiunta di altri due "viaggi" in luoghi di particolare importanza
storico-archeologica, oltre che di innegabile bellezza: Palazzo Barberini con Illustri Visitatori e il Foro di Cesare con La congiura.
Ciò che è stato realizzato in Illustri Visitatori a Palazzo Barberini
rappresentava un percorso a ritroso nei secoli attraverso tutte le epoche ed i
personaggi che hanno fatto dello storico Palazzo romano una tappa fondamentale
della loro curiosità di grandi viaggiatori. Si partiva dal '900 e dalla sala ovale delle
stanze del Circolo Ufficiali, dove si stipulò l'accordo fra il generale Franco e
Mussolini: lì si era spettatori, oltre che del racconto dei fatti storici, dell'incontro
di D'Annunzio, "illustre visitatore" del Palazzo, con la sua Elena. Si viaggiava poi
all'indietro nell' '800 con Stendhal, che a Palazzo Barberini si soffermò a
contemplare il ritratto di Beatrice Cenci e ne scrisse in Les Cenci. Egli stesso
discorrendo sul tema del viaggio, lasciava poi la scena a Beatrice Cenci che
narrava della sua triste infanzia, il parricidio e la sua condanna a morte.
Il Marchese de Sade in persona portava poi il pubblico nelle atmosfere del
'700, in un crescendo che culminava nel trionfo del barocco nella sala
Pietro da Cortona, dove in una fantasmagoria di luci e suoni si assisteva
all'incoronazione di Urbano VIII.
La felice aggiunta del Foro di Cesare con La Congiura permise
di offrire agli spettatori una visione davvero panoramica e particolareggiata
dei Fori Imperiali, permettendo di osservarli, viverli e confrontarli non solo
sulla base dei resti archeologici, ma su quella del vissuto dei loro protagonisti,
delle parole dei loro artisti e dei loro diretti testimoni.
In particolare il "Viaggio" al Foro di Cesare riuscì a creare, forse per la familiarità
con il personaggio o forse per un più intenso coinvolgimento del pubblico nelle
trame dello spettacolo, un'atmosfera di viva emozione: in fondo la vicenda di
Cesare sembra essere il prototipo del dramma della società degli uomini, in ogni
tempo oggetto di interpretazioni e fonte di poesia.
Attraverso le lettere di Cicerone all'imperatore, l'Ars Amatoria di Ovidio,
brani di Svetonio e le due tragedie di Shakespeare imperniate sul personaggio
di Cesare, sentiamo i protagonisti raccontare le loro angosce e paure, e le
motivazioni che li spinsero a compiere quel gesto. Sentiamo parlare anche
le donne che erano intorno a Cesare, Cleopatra, Calpurnia, e Porzia, moglie
di Bruto, a completare il quadro di un personaggio storico che si racconta
nelle parole di chi a lui fu legato.
L'impossibilità ad ottenere dalla Soprintendenza di Stato le autorizzazioni
necessarie per realizzare il previsto spettacolo a Castel Sant'Angelo,
ci costrinse a rimandarlo all'anno dopo e a riproporre lo spettacolo di
Monte Testaccio che per la limitazione di capienza del luogo (n°50 spettatori)
ha inciso sugli incassi previsti.
Ciò che per noi è stato motivo di soddisfazione è che l'iniziativa cominciò
ad essere vero strumento di occupazione, avendo impiegato 45 persone circa
fra attori, tecnici, organizzatori e amministratori etc., per un totale di circa
1300 giornate lavorative.
E inoltre fu l'affluenza del pubblico, che nell'arco dell'Estate Romana ha
toccato le 4.000 presenze, fermo restando il limite fisso di ingressi nei
monumenti stabilito dalla Sovraintendenza.
Ma è nel 1999 che la manifestazione si rafforza ulteriormente, riscontrando
l'esistenza di un vero "pubblico" in continuo aumento come le stesse giornate
di spettacolo, e con l'aggiunta di nuovi luoghi ancora più simbolici della storia
della città e dell'intera penisola.
Alla ripresa de L'ombra di Traiano presso i Mercati Traianei, si è aggiunta
infatti un'attesissima novità nell'area dei Fori Imperiali: la Via Sacra all'interno
del Foro Romano, in cui è stato allestito Una notte romana, operazione peraltro
di difficile realizzazione, riuscita solo quest'anno dopo due anni di tentativi.
Questo appuntamento è stato un felice "fuori programma" che in origine non
era incluso nella programmazione per l'Estate Romana, aggiuntosi in seguito
alle richieste del pubblico.
Di grandissimo richiamo è stato Memorie di un Castello all'interno di
Castel Sant'Angelo, novità assoluta con cui si è aperta e chiusa la stagione e
del quale abbiamo dovuto aumentare le repliche previste, non potendo
soddisfare il numero di richieste compatibilmente con i limiti di ingressi
consentiti. Richieste che per tutto l'arco della stagione e anche ora continuano
ad arrivare; segno che lo spettacolo ha davvero raggiunto il nostro scopo.
In Castel Sant'Angelo, uno dei monumenti che forse più di altri ha impresso
nelle sue pietre lo scorrere delle epoche, delle grandezze e delle miserie di
Roma, e accompagnati dalla presenza silenziosa del suo fondatore Adriano "anima vagula" tra le sale, i corridoi e le mura del Castello che fu un tempo
la sua tomba, si assisteva al racconto degli affanni, dei dolori e delle speranze
dei grandi personaggi che qui sono stati prigionieri. Il Conte di Cagliostro,
Beatrice Cenci, Benvenuto Cellini, incontravano i loro giudici e i loro accusatori,
fra i bastioni di Castel Sant'Angelo che riviveva il suo passato di carcere e
fortezza pontificia, in uno spettacolo basato su testi di Goethe, Artaud, Stendhal,
Gervaso e lo stesso Cellini. La Roma Imperiale incarnata nel Mausoleo di uno
dei suoi più grandi Imperatori è diventata la Roma dei Papi che ha fatto di
Castel Sant'Angelo l'espressione del suo potere temporale e spirituale.
Una tappa un po' diversa rispetto a quelle scelte finora è stato Macchine e Dei alla Centrale Montemartini.
Con i Viaggi Sentimentali al suo interno si è data occasione al pubblico di
conoscere o guardare con altri occhi la prima centrale elettrica romana con
il suo particolarissimo connubio di antichità classica e archeologia industriale.
E' stato scelto un unico autore, in quanto rappresentante del volgersi del nuovo
secolo, del suo travagliato passaggio dall'antico al moderno, cosa che incarna
al meglio l'atmosfera della Centrale Montemartini.
Fra le sculture si aggirava uno strano personaggio che iniziava parallelamente al pubblico il suo viaggio in una terra a lui sconosciuta: l'America. Un "viaggio"
reale per il protagonista, Kappa, e ideale per il pubblico, in un passato tutto
sommato recente e ancora così vivo nella memoria dell'uomo contemporaneo.
Un passato a cui spesso ci riferiamo nella nostra accusa all'aridità della vita
moderna, all'automatismo che uccide il sentimento. L'inquietante figura di Kappa,
nome e lettera ricorrente fra i protagonisti dei romanzi di Franz Kafka, portava
così a compimento grazie allo spettacolo il suo percorso fatto di incontri e
speranze, attraverso le manifestazioni del nuovo mondo e del nuovo secolo,
fonti di nuove perplessità ed inquietudini con cui Kappa verrà chiamato a misurarsi.
La manifestazione, che doveva andare dal 9 giugno al 26 settembre, è stata prolungata
fino al 3 ottobre '99 con 46 repliche invece delle 32 previste e da 3 luoghi iniziali si è
arrivati a 4 con l'aggiunta della Via Sacra.
Ancora una volta il caso di Roma è stato esemplare di una città che "narcotizza"
i suoi abitanti per la troppa ricchezza di beni artistici, tanto da ridurne lo stupore
di fronte ad essi, abituati come siamo ormai a considerare S. Pietro o il Colosseo
quasi come degli arredi urbani, o come ostacoli da aggirare per evitare il traffico.
In un Viaggio Sentimentale ci si riappropria per così dire di quella dimensione
diacronica di un monumento, che si riesce così a vedere nel suo sviluppo nei secoli
e nella memoria storica.
Nel 2000 scenario dei “Viaggi” sono stati il Foro di Cesare, con la ripresa dell’amatissimo spettacolo La congiura, la Via Sacra e Castel Sant’Angelo con i due spettacoli Una notte romana e Memorie di un castello. Ma il 2000 ha visto anche l’organizzazione del nuovo allestimento Frammenti da una Eneide tratto dal capolavoro di Virgilio al Foro di Augusto. Frammenti come schegge, illuminazioni, assaggi, distillazioni di umori, del più grande Poema della latinità. Se "Una odissea" è sinonimo di un avventuroso viaggio verso la conoscenza, durante lo spettacolo "Una eneide" diviene sinonimo di un drammatico viaggio alla ricerca di una terra: è l'emigrazione di un popolo, la sua lotta per l'integrazione, la speranza di creare una nuova cultura, in un intreccio di piani di lettura e di linguaggi espressivi.
Nel 2001 si è aggiunto un nuovo suggestivo allestimento al Complesso Monumentale del San Michele, Le ragazze del ponte, ispirato ad un terribile episodio della II Guerra Mondiale in cui morirono dieci donne romane fucilate dai tedeschi per aver assaltato un deposito di pane e farina, costrette dalla fame. Questo allestimento ha dimostrato come anche luoghi ed eventi del nostro passato più recente possono entrare nel cuore degli spettatori, che hanno dimostrato grande entusiasmo per lo spettacolo.
I viaggi sono continuati con due riedizioni molto amate dal pubblico capitolino: Frammenti da una Eneide al Foro di Augusto e Memorie di un castello a Castel Sant’Angelo, e con un altro nuovo allestimento, L’isola sopra la città, a Villa Mazzanti.
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